Sono stata cresciuta da una mamma svizzera e, da bambina, ricordo che i miei nonni mi regalavano sempre coniglietti di cioccolato portati da oltreconfine (no, all’epoca non c’era ancora nei supermercati il celebre leprotto dorato dell’industria cioccolatiera elvetica!). Diciamocelo, erano buonissimi, ma la cosa più importante per me era che dentro non avessero la sorpresa, a differenza delle italiche uova di cioccolato (… e per questo assolutamente preferite)! Se per me la Pasqua infantile è sempre stata uno “Svizzera vs. Italia” (da intendersi come “coniglietto vs. uova”), oggi sorridendo cerco di scoprire l’origine di questi due simboli… più uno!
Simbologia del coniglio. Nei paesi del Nord Europa il coniglietto pasquale, l’Easter Bunny, è rappresentato come un animale che porta un cestino di uova. Da piccola i miei nonni -di origine svizzera- nascondevano in giardino uova sode colorate, che poi cercavamo insieme, immaginando che le avesse portate lì il coniglietto. Il legame tra la Pasqua e il coniglio è tanto evidente quanto misterioso. La versione più accreditata, ma non sostenuta da fonti storiche, vedrebbe questo animale come personificazione della dea della fertilità Eostre (il cui nome sarebbe legato alla radice indoeuropea che indica l’est ed il sorgere del sole, dando origine ai termini Easter e Oster, rispettivamente “Pasqua” in inglese e in tedesco; ma purtroppo non vi sono reali attestazioni di un suo culto). Il coniglio, ma soprattutto la lepre sua versione selvatica, erano connessi all’arrivo della primavera e, vederli aggirarsi dopo il freddo presso gli insediamenti umani, avrebbe dato vita alla leggenda che portassero le uova ai bambini.
Simbologia dell’agnello. Il giorno di Pasqua è usanza consumare la carne d’agnello secondo la tradizione che ci giunge dalla celebrazione della Pesach, cioè la Pasqua ebraica, i giorni in cui gli Ebrei festeggiano la liberazione dalla schiavitù in Egitto. Nella Bibbia viene narrato che il giorno di Pasqua gli Ebrei dipinsero le porte delle case con del sangue d’agnello per indicare a Dio che lì non vi erano primogeniti egiziani da uccidere: per questo si celebra il “passare oltre” di Dio (pesach significa passaggio). Questa festività potrebbe anche aver avuto origine dal sacrificio degli agnelli primogeniti: un popolo pastorizio nomade come quello primitivo ebraico, considerava l’inizio della primavera come un periodo di massima importanza perché i pascoli tornavano verdi e cominciavano a nascere gli agnelli; il dio andava quindi propiziato con riti particolari, come l’offerta dei primi capi nati nel gregge. Questo spiegherebbe anche l’usanza di spargere sulla soglia e sugli stipiti il sangue della vittima sacrificata come rimanenza di un’antica pratica per allontanare le pestilenze e la cattiva sorte. In alcune zone d’Italia si distinguono la Pasqua di ceppo (Natale) e la Pasqua d’uovo: quest’ultima definizione deriva dal fatto che le uova, vietate in tempi remoti durante la Quaresima, si potevano consumare di nuovo a Pasqua, insieme con l’agnello o il capretto, e a focacce che tradizionalmente vengono sagomate a forma di agnello; decorare e giocare con le uova potrebbe invece essere sintomo di una tradizione ancora più antica.
Simbologia dell’uovo. Il valore simbolico dell’uovo appare evidente già dai primi stadi del Neolitico di Europa e Anatolia, lo si può poi ritrovare in area egea e mediterranea, quindi nella cultura micenea: si parla di un periodo storico antecedente l’invasione indoeuropea del nostro continente, davvero perso nella notte dei tempi. Eppure ancora oggi è tradizione regalare uova, dipinte o più spesso di cioccolata, a Pasqua. Perché? L’antico simbolismo dell’uovo, riscontrabile nei vasi ovoidali preistorici, non avrebbe tanto a che fare con la nascita vera e propria, quanto con la continua rinascita/ri-creazione del mondo, che da sempre l’essere umano celebra all’arrivo della primavera. Proprio quest’idea rappresenterebbero le bande, le croci, le spirali raffigurate sui vasi delle più antiche culture europee… motivi decorativi non troppo diversi da quelli utilizzati ancora oggi dai bambini per dipingere le uova pasquali. La connessione tra uovo e rinascita è particolarmente evidente in area mediterranea, dove si possono osservare tombe ovoidali scavate nella roccia: in Sardegna, in Sicilia e nell’Italia centrale e meridionale compaiono solitamente isolate, ma esistono anche cimiteri più estesi che presentano gruppi di nicchie ovoidali collegate da corridoi. In simili tombe, a Malta, sono anche state trovate offerte votive e dipinti rossi, colore della vita, sulle pareti a conferma dell’ancestrale identificazione del sottosuolo e delle cavità naturali con il grembo rigenerante della Dea Terra.
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