Nelle nostre regioni, appare in autunno-inverno ed è spesso collegato al Natale, illustrato in tipici scenari invernali, ma nel folclore nordico il pettirosso era anche simbolo del dio del tuono Thor. Nel mondo inglese aveva il compito di sotterrare i morti rimasti insepolti nei boschi: secondo alcuni il suo essere simbolo dell’anno nuovo avrebbe facilitato il passaggio dalla non-vita alla rinascita, così come si esce vivi in primavera dopo essere passati dall’inverno. Il fatto che quest’uccello fosse connesso alla primavera e all’anno nuovo si ritrova nella celebre filastrocca “Who Killed Cock Robin” (in inglese il pettirosso è chiamato Robin), che narra della sua uccisione e poi della sepoltura da parte degli animali del bosco: l’uccisione del pettirosso è metafora della primavera che spodesta l’inverno e il racconto rappresenta la natura che celebra i riti funebri propedeutici alla rinascita della vegetazione. Ma per essere più chiari dobbiamo far entrare in scena un altro personaggio: lo scricciolo, simbolo dell’oltretomba e del solstizio d’inverno. Non a Natale, ma a S.Stefano, gli viene dedicata un’intera giornata chiamata Wren Day: era divieto uccidere l’uccellino durante il resto dell’anno, ma in quell’occasione lo si poteva catturare, per poi legarlo ad un palo e accompagnarlo in processione fino al cimitero facendo questua e dove veniva infine seppellito. Lo scricciolo è conosciuto in tutta Europa anche come regolo, dal latino regulus “piccolo re”, animale sacro associato al dio dell’oltretomba celtico Bran e simbolo di Lugh, divinità luminosa: la caccia dello scricciolo sopra descritta era un rituale celtico che avrebbe rappresentato il sacrificio dell’uccellino al solstizio d’inverno come supplica perché la luce riprendesse vigore, senza lasciare la terra avvolta nel freddo e buio inverno. Riprendendo la filastrocca di Cock Robin possiamo ora aggiungere dettagli alla trama: nella versione più nota Cock Robin (il pettirosso) s’innamora di Jenny Wren (lo scricciolo), si celebra il matrimonio, interrotto però dall’arrivo del cuculo che vuole rapire la sposa… il passero cerca di colpirlo con una freccia, ma sbaglia mira e uccide Cock Robin. La vicenda spiega l’alternarsi delle stagioni: pettirosso e scricciolo sono i simboli delle due parti dell’anno, calda e fredda, unite nel matrimonio e la morte di uno dei due è segno dell’inevitabile scorrere della vita… è infatti un uccello tipicamente primaverile, il cuculo, che tenta di portare via la componente femminile della coppia e, alla fine, il rappresentante dell’inverno, il pettirosso, viene ucciso e sepolto con grande enfasi (si ritiene che quella della filastrocca “Who Killed Cock Robin” sia una variante rimaneggiata abbastanza recente e rielaborata per l’infanzia -nonostante l’assenza di lieto fine- di una credenza più antica in cui il rapporto tra i due uccellini non era matrimoniale, ma di lotta: nella leggenda dei due Re alberi sono nascosti lo scricciolo, associato all’agrifoglio e attributo dell’anno calante, e il pettirosso simbolo dell’anno nuovo… probabilmente nella filastrocca che ci è giunta i ruoli sono stati invertiti e confusi, ma non è mutato il significato profondo dell’alternarsi di estate e inverno).
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