Una celebre leggenda italiana vuole che, nella notte di San Giovanni, le streghe si radunassero tutte sotto un mastodontico albero di noci nei pressi di Benevento. La pianta aveva già una sua particolare storia: albero dedicato al culto di una qualche dea lunare (forse Artemide, ricordiamo qui il loro particolare legame), fu poi oggetto di rituali sacri da parte delle popolazioni longobarde giunte nel Sud della penisola e, per questo, venne fatto sradicare nel VII secolo dal vescovo locale; la storia narra che un nuovo noce ricrebbe però nello stesso punto, come manifestazione del Maligno… i tempi erano passati e si consolidò, a quell’epoca, l’idea che le streghe vi svolgessero lì sotto i loro raduni notturni. Il noce di Benevento scomparve per sempre nel secolo XVII, ma la fantasia popolare vuole che le streghe abbiano trovato un altro misterioso albero dove radunarsi.
A livello folclorico è interessante notare come il nome delle streghe del posto, le janare, sia facilmente (seppur non certo) collegabile al termine ianua… a tal proposito la spiegazione sarebbe da ricercare nella particolarità di riuscire ad infilarsi negli spiragli delle porte (anche se la tentazione ad associarla alla porta solstiziale estiva, che coincideva proprio negli stessi giorni e di cui parleremo presto, è forte!). C’è anche chi ritiene che jana sarebbe da ricondurre a Diana. Abbiamo visto, affrontando la caccia alle streghe (attraverso il libro “Storia notturna” di Carlo Ginzburg), che l’identificazione fra la strega e la dea Diana è attestata soprattutto nella campagne nostrane, dunque la sua connessione con le janare non ci stupisce più di tanto. Curioso è semmai che, nel resto del continente, Diana/Artemide abbia tra i suoi simboli proprio il noce. Lo si evince dal mito di Caria, una principessa-ninfa trasformata in questa pianta e legata alla dea Artemide.
Albero attribuito a dee, streghe e fate, il noce tradisce una simbologia doppia, legata al suo aspetto diurno e benefico, apportatore di nutrimento, e uno notturno e venefico (poiché si riteneva popolarmente che nessuna pianta riuscisse a crescere in prossimità delle sue radici tossiche).
Ho tinto personalmente le stoffe per l’abito di Madamin Noce, utilizzando i malli verdi!
Per approfondire.
La storia di Caria, probabile sacerdotessa di Artemide.
Qualcosa sulle streghe del folclore piemontese, le Masche.
Un museo per scoprire le janare, le streghe del Sud Italia.
Il libro di Carlo Ginzburg, “Storia notturna“.
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