Questo post è l’ultimo di una trilogia dedicata al sito dei Balzi Rossi di Ventimiglia. Gli abbiamo dedicato una puntata della nostra rubrica “La storia nella roccia” poiché qui è stata ritrovata una delle più antiche incisioni rupestri italiane, datata al Paleolitico, una vera rarità. E ci siamo poi anche fatti guidare dalla Madamina del Caviglione, ispirata alla celebre Dama qui sepolta, per ricostruire alcune grandi verità smentite della storia europea. Oggi vi parlo di altre particolarità in cui potreste imbattervi se decideste di fare tappa in questo affascinate angolo della Liguria, a una manciata di chilometri dal confine francese.
Osservatorio evolutivo. Come abbiamo già visto i Balzi Rossi portano questo nome per le insenature (i baussi, in dialetto) nella roccia calcarea rossa e sono straordinariamente importanti per la storia perché frequentate dall’essere umano già dal Paleolitico: il frammento di bacino di una donna di tipo Heidelbergensis testimonia presenza umana dal Paleolitico inferiore (230.000 anni fa) al Paleolitico superiore (10.000 anni fa, Homo Sapiens) grazie alle svariate sepolture e ai depositi ricchi di resti faunistici e di manufatti litici presenti fuori dalle grotte.
Anche se nessun fossile di Homo Neanderthelensis è stato rinvenuto in loco, i resti faunistici e i manufatti abbandonati possono essere attribuiti a popolazioni musteriane (Paleolitico medio).
Grazie a questa particolarità, il sito di Ventimiglia divenne un luogo centrale per lo studio della nostra specie quando -a metà Ottocento- cominciò a imporsi in ambito accademico la teoria evolutiva.
Sacro luogo di sepoltura. Nel Paleolitico Superiore le grotte iniziarono poi a essere utilizzate come luogo di inumazione e, dall’inizio delle indagini ottocentesche a oggi, le insenature liguri ne hanno restituite per un totale di 16 individui (13 sepolture risalgono a 25.000 – 23.000 anni fa, le altre a un periodo compreso tra 12.300 e 11.000 anni fa).
Alcuni individui vennero deposti singolarmente, ma si ritrovano anche tombe multiple; è il caso della celebre “triplice sepoltura” risalente a 25.000 anni di anni fa, si compone dello scheletro di un Homo sapiens adulto e due giovani sepolti insieme e accompagnati da un ricco corredo di pendagli in osso, conchiglie marine forate, vertebre di pesce, canini di cervo e grandi lame di selce.
A ridosso del confine con la Francia, i Balzi Rossi sono da due secoli oggetto di studio da parte di squadre internazionali ma i primissimi scavi non furono esattamente accurati e ciò ha causato la dispersione di numerosi reperti in collezioni private, all’estero e nel resto d’Italia; gravi danni ai ritrovamenti paleolitici furono causati anche dal secondo conflitto mondiale finché, nel 1955, lo Stato italiano acquisì il museo e lo riaprì.
Oggi prende il nome di Museo preistorico dei “Balzi Rossi” e zona archeologica.
Veneri, cavalli ed elefanti. L’eccezionalità del sito è testimoniato anche dalle statuine femminili, chiamate Veneri preistoriche o steatopigie, rinvenute in loco (presso le sale del museo è possibile osservare la riproduzione delle più famose ritrovate in Europa).
Abbiamo già parlato della Grotta del Caviglione, visitabile a orari prestabiliti, e luogo di ritrovamento dell’incisione del cavallo e dell’omonima Donna.
Da qualche tempo il museo ha inoltre dedicato uno spazio speciale a un curioso rinvenimento: lo scheletro parziale di un giovane elefante, contemporaneo a Homo Neanderthalensis e probabilmente da questo catturato e macellato, oggetto di una ricostruzione in scala reale dell’animale appartenente alla specie Elephas Antiquus, estinta millenni fa.
Info. Noi siamo andati in bassa stagione e abbiamo trovato facilmente parcheggio prima della zona pedonale che passa proprio davanti il museo. Abbiamo mangiato dei panini al bar della frontiera, che era affollato ma vivibile (la zona è un po’ sfornita, consiglio eventualmente l’opzione schiscetta da casa!). In attesa dell’orario di apertura della Grotta del Caviglione abbiamo anche bagnato i piedi (i bambini qualcosa in più) nel mare della spiaggetta sassosa poco più avanti.
Non tutte le grotte erano visitabili perché in alcune sono in corso scavi… questo però vuol dire che a breve ci saranno nuove scoperte da raccontare!
Per approfondire:
Sito regionale del Museo dei Balzi Rossi e zona archeologica
Sito governativo del Museo dei Balzi Rossi e zona archeologica
Un breve video per bambini in compagnia della mascotte del museo, l’elefante Balzo
La puntata della storia nella roccia dedicata all’incisione del cavallo
Il post dedicato alla Madamina del Caviglione
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