Dopo aver parlato, proprio ieri, dei personaggi che al termine dell’anno ci appaiono come delle persone anziane, sarà forse venuta in mente anche a voi la vecchina più eccentrica e imperscrutabile del panorama europeo: la Baba Yaga russa. Esistono molte descrizioni di questa figura e si concentrano per lo più sul carattere irascibile, sui modi spietati e sui suoi gusti macabri in fatto di look e arredamento (per dire, vola su un mortaio, la sua casa è dotata di zampe di gallina e ricoperta di ossa umane, con una bocca dentata al posto della serratura…). Ma se vi dicessi che Baba Yaga può manifestarsi agli umani anche in altri aspetti, come quello di due sorelle o di una giovane, non scatterebbe anche dentro di voi un campanello?
Vecchia ma non solo. Certamente questo personaggio è legato in particolar modo all’aspetto vetusto della Vita, dato che -anche quando compare in forma duplice- una delle due sorelle è giovane, mentre l’altra è una vecchia. Avevamo già incontrato una dea che aveva questa capacità di apparire sia come donna anziana che come figura multipla, la Morrigàn irlandese. Proprio in quell’occasione di lei avevamo osservato la sua forte connessione con il corvo (animale in cui può trasformarsi) e con il serpente, in particolar modo quello velenoso, entrambe epifanie dell’antica Dea Reggitrice di morte: “oggi l’antica Assassina-Rigeneratrice è ancora presente in tutto il folclore europeo, non più come formidabile dea, ma come strega che vola su scope o su mostri, vecchia che getta incantesimi circondata da animali o che si muta in pietra o animale…”. Sembra davvero che Baba Yaga, altri non sia che la sua versione orientale!
Ossa e uccelli. “Baba” nelle lingue slave significa nonna, donna, donna nuvola in grado di produrre e portare pioggia, ma anche pellicano. La natura aviaria di questo personaggio è quindi evidente… confermato poi dalla sua particolare abitazione che, grazie alle zampe di gallina su cui poggia, può muoversi liberamente. E libera è anche Baba Yaga che non poggia mai piede a terra (“piede” è il caso di dirlo, dato che una delle sue gambe termina direttamente in osso) e il suo continuo spostarsi a cavallo del mortaio è in realtà una metafora del volo d’uccello. Cavalcare la scopa é uno dei tratti che maggiormente si è mantenuto nel folclore moderno per confermare l’identità della strega (del valore simbolico della scopa abbiamo parlato sia in relazione alla Befana che alla già citata Morrigàn). Le ossa invece sono un segno distintivo della Dea della morte preistorica che ormai abbiamo imparato a vedere nell’ottica di colei che toglie la vita esausta dal mondo per riconsegnarla rigenerata delle sue forze (inoltre la particolare gamba di Baba Yaga aprirebbe anche una discussione sulla zoppia divina, che però ci porterebbe troppo distante da qui. E la nostra casa non ha zampe di gallina per portarci indietro, quindi rimandiamo!).
Carattere complicato. C’è un altro tratto che accomuna il personaggio fiabesco della Baba Yaga con quello delle altre dee/eroine citate: sono tutte figure che vengono percepite come duplici, incostanti, imprevedibili… Capaci delle azioni peggiori (la strega russa passa per essere una che ama andare in cerca di bambini per arrostirli sul fuoco, condividendo, in questo, i gusti culinari dell’islandese Grýla) e dipinte come elemento che crea un problema per l’eroe della vicenda in cui sono calate, a volte si rivelano però essere la chiave di svolta per il protagonista, grazie all’aiuto sovrannaturale che sanno dare. Il problema è che questo potere lo elargiscono a loro discrezione, rendendole personaggi inaffidabili e paurosi di fiabe e leggende. Studi sulla figura di Baba Yaga vogliono che si trattasse in origine di una dea preposta ai riti d’iniziazione e l’essere divorati o rapiti dalla strega sarebbe un residuo culturale del tempo in cui i bambini metaforicamente morivano per rinascere come adulti (questo tratto è comune a moltissimi popoli, quando il giovane membro di una società fisicamente subisce l’allontanamento per rientrare poi tra la sua gente come persona nuova, diversa, accettata). “Le streghe erano temute in passato perché rappresentavano i poteri dell’antica Dea sulla Terra [soprattutto] nelle zone dove il Cristianesimo era più debole” avevamo scritto in conclusione dell’articolo sulla Morrigàn… mi pare che Strenua, Grýla, Holle e Perchta confermino una volta di più questo concetto.
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