Cominciamo col dire che la tradizione precristiana voleva che i mesi dedicati al solstizio d’inverno fossero due: un lungo periodo di intensa attività rituale (che ha inizio con il mese di dicembre, vede il suo culmine con il solstizio e termina il mese di gennaio) segnato dall’urgenza di emergere dal buio rendendo tale momento una grande festa sul tema della nascita della luce e dell’essenza della vita. Nell’Europa continentale varie figure si presentano in questo momento all’umanità, detti Yulers, perché compaiono a Yule, nome di origine norrena del Natale. Il più celebre tra essi è il dio precristiano Odino/Wotan a capo della leggendaria Caccia selvaggia (Wild Hunt), processione intrisa di mostruosità, selvatichezza e morti -eseguita da maschere e mascherate o solo immaginata- di esseri che si muovono attraverso il territorio nel periodo del solstizio. Il corteo trasporta con sé la luce in forma di candele, torce e fiaccole, ma centrale è la figura di chi lo guidava… spesso è Odino in groppa al suo destriero Sleipnir, ma la tradizione ci ha lasciato anche altri yulers, tutti con un loro giorno dedicato in questi due mesi. Il 5 dicembre, la notte prima del giorno di S. Nicola, è detta nella tradizione alpina europea la Krampus Night e viene ancora celebrata in Austria e nella Germania meridionale (e in qualche sparuta zona d’Italia) con costumi che rappresentano un mostro cornuto. La notte del 13 dicembre è chiamata Lusse Longnight poiché, prima della riforma del calendario, il solstizio cadeva in questo che era il più breve giorno dell’anno, ma anche la notte più lunga: oggi è ascritto a Santa Lucia, ma nella tradizione del Nord Europa era dedicato alla terribile troll femmina Lusse, rappresentata con maschere orribili, abbigliata con pelli animali e facente parte della Caccia selvaggia. Il giovedì prima della vigilia di Yule in Germania si festeggia Holda/Hulda, minacciosa dea brumale che appare come una vecchia dagli occhi incandescenti e immaginata a soffiare nel suo corno a capo della Wutende heer (“armata furiosa” incredibilmente somigliante alla Caccia selvaggia) e connessa all’attività del filare. Il 26 dicembre è lo Staffan’s Day (St. Stephen/Santo Stefano) evocato da cavalieri che portano luci e talvolta un fantoccio di grano ottenuto dall’ultimo covone del raccolto, in una sorta di corteo della Caccia selvaggia in cui i toni mostruosi sono però smorzati. E ancora, il 5 gennaio si festeggia nella Germania meridionale Perchta (Bertha per gli inglesi), selvaggia e mostruosa dea invernale che fa parte del gruppo di divinità femminili legate al periodo, assieme alla svedese Lusse e l’islandese Grýla. Esattamente come Holda, a cui è spesso associata assieme a Frau Holle, guida una processione nota col nome di Perchtenlauf (corsa di Perchta) ricalcando il modello di una pericolosità femminile associata al periodo di Yule. Infine il 13 gennaio è il giorno di St. Cnut, fissato a quello successivo al Midwinter Day (giorno di Mezzo Inverno) del calendario giuliano: in questa giornata si concludeva in molte zone il periodo di Yule, con mascherate e bevute in onore di Cnut che sarebbe in realtà un doppio di Odino, lo yuler per eccellenza.
Le maschere natalizie e i personaggi che fanno rivivere sono al centro del mio nuovo progetto legato ai Dodici giorni >>> scoprili tutti e adotta il tuo preferito!
Clicca i seguenti link per saperne di più:
Per approfondire sulla troll islandese Grýla.
Per scoprire altri personaggi meno noti del Natale europeo.
Per leggere del Krampus e del suo doppio, San Nicola.
Per conoscere altre dee invernali d’Europa.
Per il valore della luce e del fuoco.
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