Oggi, nel giorno dell’Immacolata concezione (che ricorda come la stessa Maria fosse stata concepita “al di fuori del peccato”, secondo un dogma cattolico proclamato nel 1854), mi piace ricordare che accanto al personaggio di Babbo Natale/San Nicola -con eventuali accompagnatori animaleschi quali il Krampus- si estende una platea di figure femminili strettamente connesse al periodo natalizio. Ma perché?
Frau Holle, Holda, la Befana (e molte altre) sono divinità stagionali che personificano l’anno giunto alla fine e appaiono infatti come delle donne anziane… In alcune zone delle Alpi a influenza tedesca, dove il periodo del solstizio era anche quello delle scorribande della terribile Bertha o Perchta, un essere demoniaco a capo di un corteo analogo a quello della Caccia selvaggia, era tradizione riproporre questa credenza nella cosiddetta corsa delle belle e delle brutte (nota anche come corsa delle perchte belle e delle perchte brutte). La dualità di questo rito potrebbe spiegarsi con la personificazione delle Brutte con gli spiriti vegetali vecchi e in lotta con le Belle, spiriti giovani che cercano di sopraffare le prime. I temi della dualità stagionale al solstizio sono ben noti: esistono le leggende celtiche sulla contesa tra Re Agrifoglio e Re Quercia, anche nella versione di pettirosso contro scricciolo, l’immaginario dell’Inverno che battaglia con l’Estate, e ancora -slegandosi dall’idea del contrasto- le maschere russe di Snegurochka e Ded Moroz/Nonno Gelo, che rappresentano rispettivamente la primavera (nipote) dell’inverno.
Inoltre se la vicenda di Gesù è, per certi versi, accostabile al tema del fanciullo divino, imprescindibile dev’essere anche la figura femminile che gli dà la vita: tra i moltissimi temi leggendari che sono confluiti nella celebrazione cristiana del Natale, alcuni studiosi hanno infatti visto l’esperienza dello spirito vegetativo che nasce, prospera e muore in seno alla Madre terra.
Se pensiamo poi a come le ninfe, e altri personaggi femminili della mitologia e del folclore, fossero legate alla Natura, intesa come vegetazione e fauna, non stupisce che -in questo periodo in cui tutto pareva in pericolo- si avesse bisogno di immaginare delle creature sovrannaturali da invocare per la salvezza, propria e del mondo circostante.
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