Come funziona la collaborazione tra me e Lucia di Una penna spuntata? In tempi neanche troppo recenti, ci siamo scritte per unire le forze e affrontare un argomento comune… poi con l’arrivo del freddo e, soprattutto dei nuovi studi di Lucia!, il progetto ha assunto una forma un po’ diversa: da esperta di storia della magia e della stregoneria, mi ha proposto qualcosa a cui non potevo dire di no, ovvero affrontare temi tosti e controversi, sicuramente difficili (la Caccia alle streghe), con un occhio diverso. Un occhio odierno, certamente, ma direi anche “puro”. Questo è il punto che segnano le Madamine: con il loro aspetto puccioso vogliono rendere accessibile una parte della nostra storia che semplice non è, ma che parla ancora per temi di grande attualità (discriminazione, sopraffazione, femminicidio). Le Madamine, ribattezzate per questa serie “Le Masche”, raccontano le loro vite senza giudizi… le conclusioni le lasciano a voi, secondo la vostra sensibilità!
Alice Kyteler, la masca di febbraio. Dunque, se il mese di gennaio era iniziato con due figure piuttosto celebri per chi si accosta alla storia della stregoneria, forse non altrettanto si potrà dire della protagonista di questo mese. Per la verità, tutto è cominciato con una mia richiesta: dato che febbraio sul mio blog sarebbe stato all’insegna delle mascherate animali, ho chiesto a Lucia di tirare fuori dal suo cilindro una storia che fosse legata, appunto, agli animali. Un bel trattato sui famigli (= gli animali che le streghe portano sempre con sé, per eccellenza il gatto nero)? Una dissertazione sugli elementi ferini dei demoni presenti al sabba? Macché, Lucia ha scovato nei meandri della storia medievale la vicenda di una donna irlandese che, tra le varie, fu accusata di trasformare i suoi seguaci in animale, ma soprattutto (per una serie di vicende che non vi spoilero!) portò al primo rogo di una donna accusata per stregoneria… ma attenzione, vi ho riservato una sorpresa e tocca leggere il resoconto dettagliato per scoprirla: Alice Kyteler, la maga oscura che fu accusata di stregoneria.
Da maga a strega. Possiamo brevemente dire che Alice Kyteler venne denunciata come avvelenatrice dai figli del terzo marito poiché tutti i consorti, ben tre e il quarto era in quel momento malato!, morirono per cause misteriose, apparentemente maleficia, incantesimi di magia nera; ai mancati eredi interessava dimostrare che la matrigna fosse un’assassina seriale, piuttosto che una strega, mentre il vescovo locale era invece convinto dell’esistenza di forze diaboliche tra i suoi parrocchiani e, complice probabilmente la sua conoscenza della magia cerimoniale, arrivò ad accusare Alice di evocare demoni, compiere rituali con le candele, trasformarsi in animale, avere rapporti confidenziali con i demoni: tutti elementi legati alla magia cerimoniale maschile del Trecento (quella “dei maghi”), ma che d’ora in avanti verranno associati alle streghe. Per riprendere l’adagio secondo cui la malizia è negli occhi di guarda, in questo caso possiamo proprio affermare che la colpevolezza è nelle parole di chi accusa.
Confezionare Alice. Per quel che riguarda la realizzazione della Masca, ho dovuto tener conto di alcune particolarità: l’Irlanda del 1324, una signora che ormai va per la sessantina e che, la signora in questione, è ricca sfondata (espressione che ho incollato dagli appunti di Penna Spuntata). Come al solito, grazie alle sue doti archivistiche, ho potuto visionare alcune riproduzioni del vestiario dell’epoca, ma questa volta ero ben consapevole che lo status di Alice doveva trasparire dall’abbigliamento, perciò sono stata contenta di leggere l’approvazione di Lucia alla mia proposta di farle indossare degli indumenti rossi e neri: ovviamente il nero, che ho utilizzato per la sottoveste, quindi a uno strato inferiore, meno evidente (il termine corretto è “cotta”), rappresenta il legame -vero o presunto- con le forze oscure, mentre il rosso è il colore che da sempre è attribuito alle classi abbienti per la sua rarità… L’indumento rosso, la cottardita, generalmente veniva rialzata nella mano destra per mostrare la cotta sottostante di colore diverso e, dopo la metà del Trecento, i motivi vegetali (che ho inserito nella gonna della bambola) avevano preso il posto di quelli animali. Gli scolli erano sempre importanti e avevano una forma particolare… le donne volevano imitare la moda francese, ma una legge del 1342 vincolava la scollatura a una mano dal collo: le regole furono rispettate coprendo castamente il seno, le spalle vennero però messe in bella mostra con un collo a barchetta molto ampio! La pietra che completa il copricapo questa volta è l’ossidiana poiché, come scrisse Lucia in fase di progettazione: “era una pietra che non poteva mai mancare nel guardaroba di chi praticava la magia cerimoniale, serviva per moltissimi riti. E siccome la particolarità di Alice è che fu accusata di essere una maga oscura, più che una strega nel senso moderno del termine, su di lei l’ossidiana sarebbe perfetta”.
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