Il fungo da sempre è considerato una creatura misteriosa e legata a dimensioni extraumane. I funghi non hanno foglie né radici molto sviluppate… Non sono perciò tipici vegetali, assolutamente non animali. Men che meno minerali. Capaci di spuntare all’improvviso dal terreno o dai tronchi degli alberi e in grado di causare brutti scherzi allo sprovveduto che decide di assaggiarli senza conoscerli, è impossibile che queste creature non andassero a solleticare la fantasia dell’essere umano, che li conosce e usa da tempi antichi, senza mai penetrarne appieno la natura e per questo trasformandoli in creature magiche e fuori dall’ordinario.
Da sempre accanto a noi. I funghi, come altre creature vegetali e animali dotate di qualche particolarità, finiscono spesso per essere protagonisti di fiabe e leggende come retaggio degli antichi miti che ne spiegavano la loro natura anomala. Un vegetale che ha dato vita a tutta una serie di racconti eziologici è, per esempio, il vischio: un vegetale che cresce su un altro, ma senza bisogno di radici né sviluppando un apparato che lo sostenga… non stupisce che gli venisse attribuita un’origine divina! Se il vischio appariva anomalo agli antichi, che dire dei funghi? Presenti in ogni parte del globo in tutte le forme e i colori e tutti ugualmente privi di quel che contraddistingue un vegetale: niente foglie o fiori, né clorofilla. Anche se ne ignoravano l’origine, i nostri avi non erano però all’oscuro delle proprietà di alcuni tipi di fungo. Esiste infatti una caverna paleolitica nel Sahara che riporta delle incisioni rupestri datate 7000 – 9000 anni fa in cui gli studiosi hanno visto e interpretato un uso allucinogeno dei funghi. Ma, senza andare geograficamente e temporalmente così distante, come non pensare a Ötzi e ai funghi che infilò 5300 anni fa nel suo kit da viaggio?
Bene e male. In Europa occidentale il fungo aveva accezioni positive e negative: i Romani ne temevano il veleno e lo consideravano mortale (si veda la storia dell’imperatore Claudio che finì avvelenato dalla moglie Agrippina sfruttando la sua passione per questo cibo). Apprezzato in cucina, diventò anche simbolo di morte, se dobbiamo credere che “fungus” derivi da funus = morte e ago = porto, portare significando qualcosa come “portatore di morte”. Secondo Plinio i funghi avevano la straordinaria capacità di assorbire ogni sorta di veleno.
In Grecia erano temuti in quanto di origine divina e sovrannaturale: uno dei miti di fondazione di Micene vuole che Perseo, errando affamato e assetato, strappasse un fungo chiamato mykes dando vita ad una sorgente e decidendo di edificare una città in quel punto benedetto dagli dei (μύκης mykes in greco significa fungo).
I miti servono a spiegare quello che non si comprende, che intimorisce e con cui spesso non si ha famigliarità: nell’Europa orientale i funghi ricoprono un ruolo importante in cucina, ma anche nella farmacopea tradizionale… la percezione culturale del fungo è infatti quasi ovunque positiva.
Magici e sovrannaturali. Tra le curiosità e le narrazioni attorno ai funghi la più celebre è quella del Cerchio di fate: diverse specie tendono infatti a spuntare dal terreno in circolo, dando vita a unt suggestivo spettacolo… all’interno del cerchio tutto poteva accadere! Esiste poi un legame particolare tra alberi e funghi, ma anche tra funghi stessi. L’Amanita muscaria, ad esempio, è un fungo spia della presenza di porcini e il porcino stesso, così come altre specie, presenta a volte delle malformazioni che ne fanno piegare gambo o ombrello nella direzione del gruppo micetico (rivelando -a quanto pare- la presenza di funghi “parenti”). A proposito dell’Amanita, viene definita muscaria, perché pare abbia proprietà moschicide… quel che è certo, è il potere allucinogeno che la rese nota anche come Fungo dei pazzi.
Avevamo già visto qui come fosse ampiamente utilizzata dagli sciamani siberiani per entrare in trance, mentre nel Medioevo si guadagnò il titolo di Ovolo malefico, come simbolo diabolico e del male, ma anche Picchio di Marte, per l’abitudine dei guerrieri di consumarlo prima di scendere in battaglia, perché rendeva particolarmente aggressivi.
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I cerchi delle fate – L’ora di religione #22
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