Fino a qualche secolo fa, i mesi invernali erano un periodo di carestia in quasi tutta Europa. La maggior parte del bestiame veniva macellata in modo da non dover essere nutrita durante l’inverno, rendendo il solstizio un momento in cui la carne fresca era abbondante. La maggior parte delle celebrazioni per il solstizio d’inverno erano perciò accompagnate da allegria e banchetti.
In tavola da sempre. Abbiamo visto ieri come, anche in cucina, il periodo di Natale fosse un’interruzione delle abitudini quotidiane in cui ci si concedevano degli alimenti particolari (rari, costosi) che non si consumavano nel resto dell’anno. Ma anche un momento speciale in cui il cibo base dell’uomo, il pane, assumeva un aspetto rituale e usciva dall’ordinario per ricordare i giorni speciali che si stavano vivendo. L’inverno era il periodo in cui si faceva scorta di frutta e frutta secca: i nostri antenati raccoglievano e conservavano questi alimenti durante l’anno e li mettevano da parte per il lungo inverno… inevitabilmente la tradizione ha mantenuto il legame con questi prodotti e il periodo natalizio. Basti pensare alla frutta secca e a quella a guscio, più o meno esotica, che rappresenta anche un vero e proprio dono (fichi, datteri, prugne, albicocche essiccati; anacardi, noci, arachidi, nocciole tostati). Molte preparazioni dolci prevedono poi l’utilizzo di queste, come i canditi del panettone o noci e nocciole per torte e biscotti.
Vere e proprie decorazioni naturali. Ovviamente è probabile che la frutta secca si antica quanto l’umanità (uno degli alimenti più antichi mai ritrovati in siti archeologici italiani dimostra che i primi uomini si sfamassero con ghiande commestibili di una quercia particolare) anche solo per la facilità con cui si poteva conservare; sappiamo che i romani usavano servirla alla fine dei banchetti per chiudere il pasto. Note sono le proprietà energetiche di questi cibi e la loro bontà è decisamente rinomata… pare che nei tempi passati, proprio perché buona e nutriente, la frutta secca rappresentasse il regalo natalizio per eccellenza che le famiglie si scambiavano fra loro. Questa sarebbe una possibile spiegazione del legame che ancora oggi esiste con la tavola natalizia.Se desiderate ispirarvi alle antiche consuetudini potete riempire ciotole e cestini con clementine e arance, pere e mele, frutta a gusci e frutta essiccata, quindi legare tutto con un nastro o un tessuto stagionale e regalarli ai vostri amici (oppure metterli in giro per casa per una decorazione stagionale che alla fine del Natale non dovrete preoccuparvi di mettere nello sgabuzzino… l’avrete certamente mangiata!).
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