L’origine di questa festa forse è antica quanto l’essere umano: quando l’uomo viveva a strettissimo contatto con la Natura, esistevano di fatto due soli periodi dell’anno, quello caldo e quello freddo.
La stagione fredda segnava la morte della vegetazione e tutto si fermava, la Vita era vinta dal gelo e dal buio. L’inverno era il momento in cui si celebrava la Morte, nella speranza che non imprigionasse per sempre il mondo e proprio all’inizio di questa stagione era collocato un momento senza tempo, tra la conclusione di un ciclo e l’inizio del successivo, un giorno -o un breve periodo- magico dove i confini tra la dimensione dei morti e quella dei vivi erano così sottili che i defunti potevano tornare nell’aldiquà e far visita ai vivi. Bisognava celebrarli e attenderli.
Halloween: significato del nome. Qual è l’etimologia del nome di questa festa? Deriva da “All Hallows Evening”, letteralmente sera (inteso come vigilia) di tutti i Santi.
Secondo la chiesa cattolica questa festa di precetto cade il I° novembre, come venne decretato nell’835 su richiesta di papa Gregorio IV, aggregando in tale data tutte le ricorrenze analoghe degli altri paesi europei. Ma come spiegare l’immediato seguito della Commemorazione dei Defunti, che cade invece il 2 novembre, e che celebra i morti non necessariamente santificati?
Secondo alcuni, per esempio James Frazer, la Chiesa cattolica impotente di fronte ai retaggi pagani delle popolazioni -soprattutto contadine- e delle tradizioni a essi legati, semplicemente sovrappose le più importanti ricorrenze religiose cristiane a quelle pagane. Halloween sarebbe una di esse: una festa cristiana imposta negli stessi giorni in cui i popoli europei celebravano l’inizio della stagione buia e i propri defunti… oggi assistiamo infatti a usanze che mescolano i proverbiali sacro e profano.
Samhain: festa celtica. Era una festività stagionale che annunciava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno, e del nuovo anno, celebrata la notte precedente il I° novembre (per i Celti il giorno iniziava la sera, ecco perché le loro principali ricorrenze venivano festeggiate a partire dalla sera della vigilia). Si trattava di una festa pastorale che segnava il momento in cui gli animali abbandonavano i pascoli, per andare a trascorrere un lungo periodo nelle stalle: in tutto e per tutto, la fine dell’anno pastorale e l’inizio del successivo. Scrive Miranda Green, autrice del Dizionario di mitologia celtica edito da Rusconi: “Era un periodo strano, pieno di pericoli e di incertezze, poiché si trovava esattamente a metà dell’anno celtico. Era considerato un periodo sospeso e al di fuori del tempo, nel quale le normali leggi dell’esistenza venivano temporaneamente messe da parte. Le barriere tra il mondo reale e quello soprannaturale si dissolvevano e gli spiriti dell’Oltretomba potevano muoversi liberamente […] avveniva però anche l’inverso, e i mortali potevano penetrare nel mondo ultraterreno”. Un momento dunque molto speciale, carico di energia sovrannaturale, in cui l’anno moriva per poi rinascere, e dove gli stessi mondi dei morti e dei vivi s’intrecciavano indissolubilmente.
Zucche e dolcetti. Nei paesi anglosassoni era usanza in questo giorno di festa intagliare grosse rape con espressioni paurose in ricordo della leggenda di Jack O’ Lantern (che, tentando di gabbare il diavolo e comportandosi male per tutta la vita riuscì ad essere escluso, una volta morto, sia dal Paradiso che dall’Inferno… oggi erra come anima tormentata e se la notte di Halloween rischia di riuscire a entrare in casa vostra per via del velo impalpabile tra i vari mondi ultraterreni, basterà appendere fuori una lanterna a significare che lì non c’è posto per lui). Quando ci fu la grande carestia irlandese a metà Ottocento in moltissimi emigrarono in America, portando con sé questa tradizione e riutilizzando per l’occasione la più pratica zucca.
L’abitudine dei bambini di andare di casa in casa chiedendo dei dolci sarebbe invece da far risalire alle elemosine del Medioevo cristiano, quando i poveri e i mendicanti bussavano alle porte per ricevere offerte il giorno di Ognissanti.
I bambini sono, secondo la concezione arcaica, più vicini ai morti degli adulti, avendo da poco abbandonato quella dimensione in cui la vita non è (non è ancora, o non è più)… non deve perciò stupire il loro legame con questa festa macabra. Le mascherate e gli scherzi servono invece più agli adulti per esorcizzare la paura della Morte e se sentiamo la necessità di celebrare questo aspetto ineluttabile dell’esistenza da quando siamo al mondo (come specie, non come individui) credo sia giusto per noi farlo nella forma che ci è più consona e familiare: che sia una veglia in chiesa, un rituale notturno, un fiore su una tomba, una zucca intagliata…
Perciò buon Halloween, buon Samhain, buon Ognissanti!
Qui trovi la Guida rapida per (spiegarlo a) parenti scettici.
Mentre qui puoi vedere una diretta Instagram sul tema insieme a Lucia Graziano di Una penna spuntata.
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